Quanto è credibile il “Vecchio Testamento”?
Capitolo 4
Quanto è credibile il “Vecchio Testamento”?
In questo e in altri capitoli che seguono tratteremo varie accuse mosse contro la Bibbia dai critici moderni. Certuni puntano il dito contro la Bibbia dicendo che si contraddice e che è in contrasto con la scienza; di questo ci occuperemo più avanti. Ma prima notate l’accusa, spesso ripetuta, secondo cui la Bibbia non è altro che una collezione di miti e leggende. Gli oppositori della Bibbia hanno motivi fondati per muovere una simile critica? Cominciamo col prendere in esame le Scritture Ebraiche, il cosiddetto Vecchio Testamento.
1, 2. Come avvenne l’assedio di Gerico, e quali questioni vengono sollevate in relazione ad esso?
UN’ANTICA città è cinta d’assedio. I suoi attaccanti hanno attraversato in gran numero il Giordano e sono ora accampati dinanzi alle alte mura della città. Ma che strana tattica bellica! Ogni giorno, per sei giorni, l’esercito invasore ha marciato intorno alla città in silenzio tranne un gruppo di sacerdoti che l’accompagna suonando i corni. Ora, il settimo giorno, l’esercito marcia silenziosamente intorno alla città sette volte. All’improvviso i sacerdoti suonano i corni con tutte le loro forze. L’esercito rompe il silenzio con un potente grido di guerra, e le imponenti mura crollano in una nuvola di polvere, lasciando la città priva di difesa. — Giosuè 6:1-21.
* Essi asseriscono che il libro di Giosuè, insieme ai precedenti cinque libri della Bibbia, è composto di leggende messe per iscritto molti secoli dopo che i presunti avvenimenti si erano verificati. Anche molti archeologi risponderebbero di no. Secondo loro, quando gli israeliti entrarono nel paese di Canaan, forse Gerico non esisteva neppure.
2 È così che il libro di Giosuè, il sesto libro delle Scritture Ebraiche, descrive la caduta di Gerico avvenuta circa 3.500 anni fa. Ma si tratta di un fatto realmente accaduto? Molti fautori della critica letteraria risponderebbero fiduciosi di no.3. Perché è importante esaminare se la Bibbia contiene storia vera o no?
3 Queste sono accuse gravi. Leggendo la Bibbia da cima a fondo noterete che i suoi insegnamenti si ricollegano in maniera concreta con la storia. Dio tratta con uomini, donne, famiglie e nazioni realmente esistiti e i suoi comandi sono dati a un popolo storico. Gli eruditi moderni che mettono in dubbio la storicità della Bibbia mettono in dubbio anche l’importanza e l’attendibilità del suo messaggio. Se la Bibbia è in realtà la Parola di Dio, la storia che narra deve necessariamente essere degna di fiducia e non contenere semplici miti e leggende. Questi critici hanno delle basi per mettere in discussione la sua veridicità storica?
Critica letteraria: è attendibile?
4-6. Quali sono alcune teorie di Wellhausen in fatto di critica letteraria?
4 La critica letteraria della Bibbia cominciò ad
affermarsi durante i secoli XVIII e XIX. Nella seconda metà del XIX secolo il critico biblico tedesco Julius Wellhausen rese popolare la teoria secondo cui i primi sei libri della Bibbia, incluso Giosuè, sarebbero stati scritti nel V secolo a.E.V., circa mille anni dopo gli avvenimenti narrati. Egli affermava però che contenevano documenti redatti in precedenza.1 Questa teoria fu divulgata dall’11a edizione dell’Encyclopædia Britannica, pubblicata nel 1911, che spiegava: “Genesi è un’opera postesilica composta da una fonte sacerdotale postesilica (P) e da fonti non sacerdotali più antiche che differiscono notevolmente da P in quanto a lingua, stile e punto di vista religioso”.5 Wellhausen e i suoi seguaci consideravano tutta la storia narrata nella prima parte delle Scritture Ebraiche “non storia letterale, ma tradizioni popolari del passato”.2 I racconti più antichi erano visti come un semplice riflesso della successiva storia d’Israele. Per esempio, si affermava che l’inimicizia tra Esaù e Giacobbe non fosse un fatto realmente avvenuto, ma che riflettesse l’inimicizia esistente fra la nazione d’Israele e quella di Edom in epoca posteriore.
6 In armonia con tutto ciò, questi critici pensavano che Mosè non avesse mai ricevuto il comando di costruire l’arca del patto e che il tabernacolo, centro dell’adorazione israelita nel deserto, non fosse mai esistito. Credevano inoltre che l’autorità del sacerdozio aaronnico fosse stata stabilita appieno solo pochi anni prima della distruzione di Gerusalemme da parte dei babilonesi, distruzione che i critici credevano fosse avvenuta all’inizio del VI secolo a.E.V.
7, 8. Quali “prove” aveva Wellhausen per sostenere le sue teorie, ed erano fondate?
7 Quali “prove” avevano per sostenere queste idee? I critici asseriscono di poter dividere il testo dei primi libri della Bibbia in un certo numero di documenti diversi. Un principio basilare dal quale partono è il presupposto che, generalmente parlando, qualunque versetto biblico in cui ricorra da sola la parola ebraica corrispondente a Dio (’Elohìm) sia stato scritto da uno scrittore, mentre qualunque versetto si riferisca a Dio con il suo nome, Geova, dev’essere stato scritto da un altro, come se uno stesso scrittore non potesse usare entrambi i termini.4
8 In modo analogo, quando un avvenimento viene riportato più di una volta in un libro, è preso come una prova che siano state più persone a scriverlo, nonostante che l’antica letteratura semitica contenga altri esempi simili di ripetizione. Per di più si presume che ogni cambiamento di stile rappresenti un cambiamento di scrittore. Eppure anche gli scrittori moderni cambiano stile in momenti diversi della loro carriera, o quando trattano argomenti diversi. *
9-11. Quali sono alcuni notevoli punti deboli della moderna critica letteraria?
9 Queste teorie sono sostenute da prove autentiche? Niente affatto. Un commentatore ha osservato: “La critica, anche il genere migliore, è speculativa e sperimentale, qualcosa che è sempre soggetto ad essere riveduto o smentito e che dev’essere sostituito
da qualcos’altro. È un esercizio intellettuale, suscettibile di tutti i dubbi e le congetture legati a esercizi del genere”.5 La critica letteraria della Bibbia, in particolare, è “speculativa e sperimentale” al massimo.10 Gleason L. Archer jr. addita un’altra lacuna nel modo di ragionare della critica letteraria. Il problema, egli dice, è che “la scuola di Wellhausen partì dal mero presupposto (la cui fondatezza i suoi seguaci non si sono preoccupati molto di dimostrare) che la religione d’Israele fosse di origine puramente umana come qualunque altra, e che dovesse essere spiegata come un semplice prodotto dell’evoluzione”.6 In altre parole, Wellhausen e i suoi seguaci partirono dal presupposto che la Bibbia fosse solo la parola dell’uomo, e poi su ciò basarono i loro ragionamenti.
11 Nel 1909 la Jewish Encyclopedia rilevò altri due punti deboli nella teoria di Wellhausen: “Gli argomenti mediante cui Wellhausen ha ottenuto il consenso pressoché totale di tutta la critica biblica contemporanea si fondano su due ipotesi: prima, che il rituale diventa più elaborato con lo sviluppo
della religione; seconda, che le fonti più antiche trattano necessariamente gli stadi più primitivi dello sviluppo rituale. La prima ipotesi è contraria alla testimonianza delle culture primitive, e la seconda non trova nessun sostegno nella testimonianza dei codici rituali come quelli dell’India”.12. Fino a che punto la moderna critica letteraria è soddisfacente alla luce dell’archeologia?
12 C’è modo di verificare la critica letteraria per vedere se le sue teorie sono giuste o no? La Jewish Encyclopedia aggiungeva: “Le opinioni di Wellhausen si basano quasi esclusivamente sull’analisi testuale, e dovranno essere integrate da un’indagine alla luce dell’archeologia istituzionale”. L’archeologia tendeva col passar degli anni a confermare le teorie di Wellhausen? La New Encyclopædia Britannica risponde: “La critica archeologica tende a confermare, anche per quanto riguarda i periodi più antichi [della storia biblica], l’attendibilità dei relativi particolari storici e a ridimensionare la teoria secondo cui le narrazioni del Pentateuco [i racconti storici contenuti nei libri più antichi della Bibbia] non sarebbero che il riflesso di un periodo molto più tardo”.
13, 14. Perché nonostante le sue fragili basi la critica letteraria di Wellhausen è ancora estesamente accettata?
13 Considerata la sua fragilità, perché la critica letteraria è così popolare oggi fra gli intellettuali? Perché dice loro ciò che desiderano udire. Uno studioso del XIX secolo spiegò: “Personalmente ho accolto con piacere questo libro di Wellhausen quasi più di qualunque altro; infatti il problema scottante della storia del Vecchio Testamento mi è sembrato finalmente risolto in una maniera consona al principio dell’evoluzione dell’uomo che sono costretto
ad applicare alla storia di ogni religione”.7 Evidentemente la critica letteraria si confaceva ai suoi pregiudizi di evoluzionista. E in effetti le due teorie servono a uno scopo simile. Proprio come l’evoluzione eliminerebbe il bisogno di credere in un Creatore, la critica letteraria di Wellhausen implicherebbe che non è necessario credere che la Bibbia fu ispirata da Dio.14 In questo secolo razionalista l’ipotesi che la Bibbia sia non la parola di Dio ma dell’uomo appare plausibile agli intellettuali. * Per loro è molto più facile credere che le profezie siano state scritte dopo il loro adempimento che accettarle come autentiche. Preferiscono attribuire ai racconti biblici dei miracoli il carattere di miti, leggende o racconti popolari, anziché considerare la possibilità che siano fatti realmente accaduti. Ma questo punto di vista si basa sul pregiudizio e non fornisce nessuna valida ragione per non ritenere vera la Bibbia. La critica letteraria è gravemente lacunosa e il suo attacco alla Bibbia non ha dimostrato che essa non è la Parola di Dio.
L’archeologia sostiene la Bibbia?
15, 16. L’esistenza di quale antico governante menzionato nella Bibbia è stata confermata dall’archeologia?
15 L’archeologia è un campo di ricerche molto più fondato rispetto alla critica letteraria. Gli archeologi, scavando fra i resti delle civiltà del passato, hanno accresciuto in molti modi la nostra
comprensione di com’erano le cose nei tempi antichi. Per tale ragione non fa meraviglia che molte volte la testimonianza archeologica sia d’accordo con ciò che leggiamo nella Bibbia. Talvolta l’archeologia ha persino rivendicato la Bibbia a dispetto dei suoi critici.16 Per esempio, secondo il libro di Daniele, l’ultimo governante di Babilonia prima che essa cadesse nelle mani dei persiani si chiamava Baldassarre. (Daniele 5:1-30) Poiché sembrava che Baldassarre non fosse menzionato da fonti extrabibliche, fu mossa l’accusa che la Bibbia era in errore e che quest’uomo non era mai esistito. Ma durante il XIX secolo nel corso di scavi effettuati nell’Iraq meridionale furono scoperti diversi piccoli cilindri con iscrizioni in caratteri cuneiformi. Si scoprì che includevano una preghiera per la salute del figlio maggiore di Nabonedo, re di Babilonia. Il nome di questo figlio? Baldassarre.
17. Come possiamo spiegare il fatto che nella Bibbia Baldassarre è definito re, mentre in quasi tutte le iscrizioni è chiamato principe?
* Questa relazione esistente tra Baldassarre e suo padre Nabonedo spiega perché, durante l’ultimo banchetto a Babilonia, Baldassarre offrì a Daniele il governo come terzo nel regno. (Daniele 5:16) Essendo Nabonedo il primo governante di Babilonia, Baldassarre stesso ne era solo il secondo.
17 Quindi ci fu un Baldassarre! Ma era re al tempo della caduta di Babilonia? Quasi tutti i documenti scoperti in seguito facevano riferimento a lui come al figlio del re, il principe ereditario. Ma un documento cuneiforme detto “Storia in versi di Nabonedo” fece ulteriore luce sulla vera posizione occupata da Baldassarre. Esso riferiva: “Egli [Nabonedo] affidò l’‘accampamento’ al (figlio) maggiore, il primogenito, le truppe ovunque nel paese sottopose al suo (comando). Lasciò andare (ogni cosa), a lui affidò il regno”.8 Quindi il regno era stato affidato a Baldassarre. Ciò lo rendeva senz’altro re a tutti gli effetti!Ulteriori prove
18. Quale informazione fornisce l’archeologia per confermare la pace e la prosperità che derivarono dal regno di Davide?
18 In realtà molte scoperte archeologiche hanno dimostrato l’accuratezza storica della Bibbia. Per esempio, la Bibbia riferisce che dopo che il re Salomone era succeduto nel trono a suo padre Davide, Israele godeva grande prosperità. Leggiamo: “Giuda e Israele erano molti, come i granelli di sabbia che sono presso il mare per moltitudine, e mangiavano e bevevano e si rallegravano”. (1 Re 4:20) A sostegno di questa affermazione si legge: “La testimonianza archeologica rivela che ci fu un’esplosione demografica in Giuda durante e dopo il X secolo a.C., quando la pace e la prosperità recate da Davide permisero di costruire molte nuove città”.10
19. Quale informazione supplementare dà l’archeologia per quanto riguarda il conflitto fra Israele e Moab?
19 In seguito Israele e Giuda divennero due nazioni, e Israele conquistò il vicino paese di Moab. In un’occasione Moab, sotto il re Mesa, si ribellò e Israele formò un’alleanza con Giuda e col vicino regno di Edom per muovere guerra contro Moab. (2 Re 3:4-27) È notevole il fatto che nel 1868 fu rinvenuta in Giordania una stele (lastra in pietra incisa) che recava un’iscrizione in lingua moabita con la versione di Mesa di questo conflitto.
20. Cosa ci dice l’archeologia circa la distruzione d’Israele da parte degli assiri?
20 Poi, nel 740 a.E.V., Dio permise che il ribelle regno settentrionale d’Israele fosse distrutto dagli assiri. (2 Re 17:6-18) Parlando della narrazione che la Bibbia fa di questo avvenimento, l’archeologa Kathleen Kenyon commenta: “Si potrebbe avere il sospetto che in parte si tratti di un’iperbole”. Ma è così? Essa aggiunge: “La testimonianza archeologica della caduta del regno d’Israele è quasi più vivida della narrazione biblica. . . . Il completo annientamento delle città israelite di Samaria e Hazor, e la conseguente distruzione di Meghiddo, è la prova archeologica concreta che lo scrittore [biblico] non esagerava”.11
21. Quali particolari intorno alla conquista di Giuda da parte dei babilonesi sono forniti dall’archeologia?
21 La Bibbia narra che in seguito, sotto il re Ioiachin, Gerusalemme fu assediata dai babilonesi e sconfitta. Questo avvenimento è registrato nella Cronaca Babilonese, una tavoletta scritta in caratteri cuneiformi scoperta dagli archeologi. Vi si legge: “Il re di Akkad [Babilonia] . . . pose l’assedio alla città di Giuda (iahudu) e il re prese la città il secondo giorno del mese di addaru”.12 Ioiachin fu portato a Babilonia e imprigionato. Ma in seguito, secondo la Bibbia, fu liberato dalla prigione e riceveva una razione di cibo. (2 Re 24:8-15; 25:27-30) Questo è confermato da documenti amministrativi rinvenuti a Babilonia, che elencano le razioni date a “Yaukîn, re di Giuda”.13
22, 23. In generale qual è la relazione tra l’archeologia e le narrazioni storiche della Bibbia?
22 Riguardo alla relazione tra l’archeologia e le narrazioni storiche contenute nella Bibbia, il prof. David Noel Freedman fa questo commento: “In generale, comunque, l’archeologia tende a sostenere la validità storica della narrazione biblica. L’ampio schema cronologico dai patriarchi all’epoca neotestamentaria è in correlazione con i dati archeologici. . . . Probabilmente le scoperte future confermeranno l’attuale presa di posizione ragionevole secondo cui la tradizione biblica è radicata nella storia, e trasmessa fedelmente, anche se non è storia nel senso critico o scientifico”.
23 Poi, riguardo agli sforzi dei critici per screditare la Bibbia, egli dice: “I tentativi di ricostruire la storia biblica compiuti da studiosi moderni — p.e., l’idea di Wellhausen che l’età patriarcale fosse un riflesso della monarchia divisa; oppure il rifiuto della storicità di Mosè e dell’esodo e la conseguente ristrutturazione della storia israelita da parte di Noth e dei suoi seguaci — non hanno retto dinanzi ai dati archeologici quanto la narrazione biblica”.14
La caduta di Gerico
24. Quali informazioni ci dà la Bibbia riguardo alla caduta di Gerico?
24 Significa questo che l’archeologia sia d’accordo con la Bibbia in ogni caso? No, ci sono certe discordanze. Una riguarda la drammatica conquista di Gerico descritta all’inizio di questo capitolo. Secondo la Bibbia, Gerico fu la prima città conquistata da Giosuè mentre introduceva gli israeliti nel paese di Canaan. La cronologia biblica indica che la città cadde nella prima metà del XV secolo a.E.V. Dopo la conquista, Gerico fu completamente data alle fiamme e lasciata quindi disabitata per centinaia di anni. — Giosuè 6:1-26; 1 Re 16:34.
25, 26. A quali due diverse conclusioni sono giunti gli archeologi dopo aver effettuato scavi a Gerico?
25 Prima della seconda guerra mondiale, in quello che si crede sia il sito di Gerico furono compiuti scavi dal prof. John Garstang. Egli scoprì che la città era molto antica ed era stata distrutta e ricostruita più volte. Garstang notò che durante una di queste distruzioni le mura erano cadute come per effetto di un terremoto, e la città era stata interamente bruciata. Garstang riteneva che questo
avesse avuto luogo intorno al 1400 a.E.V., data non molto lontana da quella indicata dalla Bibbia per la distruzione di Gerico da parte di Giosuè.1526 Nel dopoguerra l’archeologa Kathleen Kenyon proseguì gli scavi a Gerico. La conclusione a cui pervenne fu che le mura crollate che Garstang aveva identificato erano centinaia d’anni più antiche di quanto egli pensasse. Essa individuò un’importante distruzione di Gerico avvenuta nel XVI secolo a.E.V., ma disse che durante il XV secolo — quando secondo la Bibbia Giosuè invadeva il paese — non esisteva nessuna città sul sito di Gerico. Descrivendo poi alcune possibili tracce di un’altra distruzione che potrebbe avere avuto luogo sul posto nel 1325 a.E.V., ha affermato: “Se la distruzione di Gerico è da porre in relazione con un’invasione al comando di Giosuè, questa [il 1325 a.E.V.] è la data suggerita dall’archeologia”.16
27. Perché le discordanze esistenti fra l’archeologia e la Bibbia non dovrebbero turbarci eccessivamente?
27 Significa questo che la Bibbia è in errore? Niente affatto. Dobbiamo ricordare che mentre l’archeologia ci apre una finestra sul passato, non sempre offre una visione nitida. A volte è decisamente nebulosa, come ha osservato un commentatore: “Purtroppo la testimonianza archeologica è frammentaria, e pertanto limitata”.17 Questo vale in particolare per le epoche più antiche della storia israelita, in relazione alle quali la testimonianza archeologica non è chiara. In realtà lo è ancor meno per quanto riguarda Gerico, poiché il posto ha subìto le devastazioni del tempo.
I limiti dell’archeologia
28, 29. Quali sono alcuni limiti dell’archeologia riconosciuti dagli studiosi?
28 Gli archeologi stessi ammettono che la loro scienza ha dei limiti. Ad esempio, Yohanan Aharoni spiega: “Quando è il momento di dare un’interpretazione storica o storico-geografica, l’archeologo abbandona il campo delle scienze esatte, ed è costretto a contare su valutazioni e ipotesi per ottenere infine un quadro storico esauriente”.18 Circa le date attribuite a varie scoperte, aggiunge: “Dobbiamo perciò ricordare sempre che non tutte le date sono assolute e che sono in vario grado dubbie”, anche se, egli ritiene, gli archeologi moderni possono essere più fiduciosi che in passato nelle loro datazioni.19
29 Una pubblicazione (The World of the Old Testament) pone la domanda: “Quanto è obiettivo o veramente scientifico il metodo archeologico?” Risposta: “Gli archeologi sono più obiettivi quando portano alla luce i fatti che quando li interpretano.
Ma i loro preconcetti umani influiranno anche sui metodi di ‘scavo’ adottati. Non possono fare a meno di distruggere le loro prove mentre scavano attraverso gli strati di terreno, per cui non sono mai in grado di verificare qualcosa ripetendo l’‘esperimento’. Questo rende l’archeologia una scienza unica nel suo genere. Per di più, rende molto arduo e pieno di tranelli il compito di esporre i fatti relativi all’archeologia”.2030. Come considerano l’archeologia coloro che studiano la Bibbia?
30 Pertanto l’archeologia può essere molto utile, ma come ogni impresa umana, è fallibile. Pur considerando con interesse le teorie archeologiche, non dovremmo mai reputarle verità indiscutibili. Se gli archeologi interpretano i loro ritrovamenti in una maniera che contraddice la Bibbia, non si dovrebbe automaticamente supporre che la Bibbia abbia torto e gli archeologi ragione. Si sa che le loro interpretazioni cambiano.
31. Quale nuova idea è stata proposta di recente per quanto riguarda la caduta di Gerico?
31 È interessante notare che nel 1981 il prof. John J. Bimson prese di nuovo in esame la distruzione di Gerico. Studiò attentamente le rovine della Gerico distrutta mediante il fuoco — secondo Kathleen Kenyon — a metà del XVI secolo a.E.V. Secondo lui non solo quella distruzione collimava col racconto biblico della distruzione della città compiuta da Giosuè, ma il quadro archeologico di Canaan nel suo insieme collimava alla perfezione con la descrizione biblica di Canaan relativa al tempo dell’invasione israelita. Pertanto egli afferma che la datazione archeologica è errata e avanza l’idea che questa distruzione abbia veramente
avuto luogo a metà del XV secolo a.E.V., all’epoca di Giosuè.21La Bibbia è storia vera
32. Quale tendenza si è osservata fra alcuni studiosi?
32 Questo è un esempio del fatto che spesso gli archeologi non concordano fra loro. Non c’è quindi da sorprendersi se alcuni dissentono dalla Bibbia mentre altri sono d’accordo con essa. Ciò nonostante alcuni studiosi stanno finendo per rispettare la storicità della Bibbia in generale, se non in tutti i dettagli. William Foxwell Albright rappresentava una scuola di pensiero quando scrisse: “C’è stata una generale rivalutazione dell’accuratezza, sia nell’insieme che nei precisi particolari, della storia religiosa d’Israele. . . . In definitiva, possiamo nuovamente considerare la Bibbia dal principio alla fine un documento autentico di storia religiosa”.22
33, 34. In che modo le Scritture Ebraiche in se stesse danno prova d’essere storicamente accurate?
33 Difatti la Bibbia ha in se stessa l’impronta della storia accurata. Gli avvenimenti sono collegati a epoche e date specifiche, a differenza di quasi tutti gli antichi miti e leggende. Molti avvenimenti narrati nella Bibbia sono comprovati da iscrizioni della stessa epoca. Dove c’è diversità fra la Bibbia e un’iscrizione antica, la discordanza può spesso attribuirsi al fatto che i governanti antichi erano contrari a registrare le proprie sconfitte
mentre erano desiderosi di magnificare le loro vittorie.34 Molte di quelle antiche iscrizioni infatti non sono tanto storia quanto propaganda ufficiale. Per contrasto gli scrittori biblici danno prova di rara franchezza. Di importanti personaggi del passato come Mosè e Aaronne vengono rivelati tutti i lati deboli e quelli forti. Perfino le mancanze del grande re Davide sono rivelate onestamente. Vengono ripetutamente denunciate le manchevolezze della nazione nel suo insieme. Questa schiettezza raccomanda le Scritture Ebraiche come veritiere e degne di fiducia e rende significative le parole di Gesù, che in preghiera disse a Dio: “La tua parola è verità”. — Giovanni 17:17.
35. Cosa non sono riusciti a fare i moderni pensatori razionalisti, e che cosa prendono in considerazione gli studenti della Bibbia per dimostrarne l’ispirazione?
35 Albright aggiunse: “In ogni caso la Bibbia si eleva per il suo contenuto al di sopra di tutta la letteratura religiosa precedente; e si eleva in maniera altrettanto imponente al di sopra di tutte le successive opere letterarie per la diretta semplicità del suo messaggio e l’universalità del suo appello agli uomini di tutti i paesi e di tutti i tempi”.23 Come vedremo in successivi capitoli, è questo ‘elevato messaggio’, anziché ciò che dichiarano gli studiosi, a provare l’ispirazione della Bibbia. Ma qui possiamo notare che i moderni pensatori razionalisti non hanno dimostrato che le Scritture Ebraiche non sono storia vera, mentre in se stessi questi scritti danno pienamente prova d’essere accurati. Può dirsi la stessa cosa delle Scritture Greche Cristiane, il “Nuovo Testamento”? È ciò che vedremo nel prossimo capitolo.
[Note in calce]
^ par. 2 “Critica letteraria” (o “metodo storico-critico”) è un’espressione usata per descrivere lo studio della Bibbia che indaga su dettagli come l’autore, la fonte del materiale e l’epoca in cui fu scritto ciascun libro.
^ par. 8 Per esempio, il poeta inglese John Milton compose il grande poema epico “Paradiso perduto” in uno stile molto diverso da quello del suo poemetto “L’Allegro”, mentre scrisse i suoi trattati politici in un altro stile ancora.
^ par. 14 Oggi la maggior parte degli intellettuali hanno la tendenza ad essere razionalisti. Secondo un dizionario, razionalismo significa “fiducia nella ragione come fondamento per stabilire la verità religiosa”. I razionalisti cercano di spiegare tutto in termini umani anziché tener conto della possibilità di un intervento divino.
^ par. 17 È interessante il fatto che una statua di un antico governante rinvenuta negli anni ’70 nella Siria settentrionale mostra che non era insolito chiamare re un governante che in effetti aveva un titolo inferiore. La statua rappresenta un governante di Gozan e reca incisa una scritta in assiro e in aramaico. L’iscrizione assira definisce l’uomo governatore di Gozan, ma l’iscrizione parallela in aramaico lo chiama re.9 Quindi non sarebbe nuovo che Baldassarre venisse chiamato principe ereditario nelle iscrizioni ufficiali babilonesi mentre nello scritto aramaico di Daniele è chiamato re.
[Domande per lo studio]
[Testo in evidenza a pagina 53]
A differenza delle storie secolari antiche, la Bibbia riferisce con franchezza le debolezze umane di personaggi rispettati come Mosè e Davide
[Riquadro a pagina 44]
Il valore dell’archeologia
“L’archeologia fornisce un campionario di utensili e vasellame, mura ed edifici, armi e ornamenti antichi. La maggior parte di questi possono essere classificati cronologicamente e identificati con certezza con appropriati termini e contesti che si trovano nella Bibbia. Sotto questo aspetto la Bibbia conserva accuratamente in forma scritta il suo antico ambiente culturale. I dettagli contenuti nei racconti biblici non sono il prodotto fantasioso dell’immaginazione di un autore, ma piuttosto il riflesso autentico del mondo in cui ebbero luogo gli avvenimenti descritti, sia quelli mondani che quelli miracolosi”. — The Archaeological Encyclopedia of the Holy Land.
[Riquadro a pagina 50]
Ciò che l’archeologia può e non può fare
“L’archeologia non conferma né smentisce la Bibbia in termini risolutivi, ma serve ad altri scopi che sono di considerevole importanza. Essa ci restituisce in una certa misura il mondo materiale presupposto dalla Bibbia. Sapere, diciamo, con che materiale era costruita una casa, o che aspetto aveva un ‘alto luogo’, accresce grandemente la nostra comprensione del testo. Secondo, essa completa il quadro storico. La Stele moabita, ad esempio, presenta l’altra versione della storia trattata in 2 Re 3:4ss. . . . Terzo, rivela la vita e il pensiero delle nazioni vicine all’antico Israele, la qual cosa è interessante di per sé e fa luce sul mondo intellettuale entro cui si sviluppò il pensiero dell’antico Israele”. — Ebla—A Revelation in Archaeology.
[Immagine a pagina 41]
Milton scrisse in diversi stili, non in uno soltanto. I critici credono forse che le sue opere siano state prodotte da scrittori diversi?
[Immagine a pagina 45]
La “Storia in versi di Nabonedo” riferisce che Nabonedo aveva affidato il regno al suo figlio primogenito
[Immagine a pagina 46]
La Stele moabita riporta la versione del re Mesa del conflitto fra Moab e Israele
[Immagine a pagina 47]
Registrazioni ufficiali babilonesi confermano il racconto biblico della caduta di Gerusalemme